G7 Sviluppo Urbano Sostenibile. Piantedosi: “Le città contesti ideali per affrontare la sfida ecologica, energetica e digitale”

Si è svolto a Roma il G7 Sviluppo Urbano Sostenibile su come le politiche urbane possano rispondere alle sfide imposte dalle transizioni ecologica, demografica e digitale. Una ministeriale per fare il punto sulle politiche urbane come strumento efficace per rispondere alle sfide imposte dalle transizioni ecologica, demografica e digitale. Città che rappresentano sempre più luoghi di innovazione, crescita inclusiva e resilienza climatica, occupando un posto centrale nella transizione verso modelli di sviluppo sostenibili, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. Città che dovranno quindi accelerare la transizione zero emissioni, ma anche energetica e digitale. Il testo della Dichiarazione finale.

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G7 e Sviluppo Urbano Sostenibile

La dimensione corretta per affrontare in modo sistematico e coordinato le sfide poste dalle tre transizioni globali, digitale, ecologica ed energetica, è “la dimensione della politica urbana integrata”. È quanto dichiarato dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, a conclusione del G7 “Sviluppo urbano sostenibile, svoltosi a Roma, a Palazzo Altemps, dove sono stati discussi i temi relativi a “Impegno e azioni congiunte per lo sviluppo urbano sostenibile“.

Aggiungendo subito dopo che “le aree urbane sono il contesto territoriale privilegiato in cui le sfide globali e più gravose della nostra epoca, vale a dire sfida ecologica, demografica e digitale, subiscono una forte accelerazione”:

È necessario superare la logica che vede la politica urbana come un fatto residuale o come la composizione di tanti approcci settoriali”, ha precisato Piantedosi (che ha presieduto l’evento romano al posto del ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, impegnato per l’insediamento della nuova Commissione europea).

Abbiamo ritenuto significativo chiudere la Dichiarazione – ha detto ancora il ministro – con la volontà di individuare e attivare delle possibili azioni comuni. Si tratta di un primo impegno concreto ad andare oltre le affermazioni di principio. Si riconosce come i nostri 7 paesi sperimentino sfide comuni, ma offrano spesso risposte diverse, legate alle specificità locali. È proprio grazie a un approccio territoriale che tali peculiarità possono essere valorizzate, in un processo innovativo di condivisione di esperienze e buone pratiche a livello internazionale“.

La città del futuro nella Dichiarazione finale

Diversi i modi in cui le città sono state declinate nella Dichiarazione finale della Riunione Ministeriale G7 Sviluppo Urbano Sostenibile:

città a zero emissioni nette, circolari e resilienti, caratterizzate da mobilità intelligente e sostenibile, da collegamenti equilibrati tra aree urbane e rurali, con nuove soluzioni per stoccaggio del carbonio e conservazione della biodiversità, con l’obiettivo di ottenere riduzioni profonde, rapide e durature della crescita globale delle emissioni di gas serra e di prevenire gli effetti negativi dei cambiamenti climatici, comprese ondate di caldo, inondazioni e siccità, favorendo in ultima analisi un migliore adattamento;

città sociali, giuste e inclusive, che tengano conto soprattutto delle situazioni più vulnerabili e delle disparità tra i quartieri, offrendo soluzioni che garantiscano alloggi a prezzi accessibili, adeguati e accessibili; questo può avvenire attraverso un’energia pulita e sicura edifici efficienti e servizi di base per tutti, la promozione delle risorse socio-economiche e culturali, servizi per migliorare la qualità dei luoghi e garantire la partecipazione o l’empowerment.

città digitali e intelligenti, per lo sfruttamento e la rapida evoluzione della digitalizzazione e dell’artificiale intelligence, quando rilevante per rafforzare la qualità e la quantità dei servizi, per aumentare e migliorare i sistemi di dati e l’analisi di big data aperti per soluzioni intelligenti, per promuovere lo sviluppo trasparente delle capacità amministrative e la gestione urbana integrata, per garantire il rispetto delle mutevoli esigenze delle città e degli abitanti e un miglioramento complessivo nella qualità della vita di tutti, garantendo nel contempo il rigoroso rispetto dei diritti umani.

Molteplici, invece, i fattori ritenuti centrali per un concreto ed effettivo sviluppo urbano sostenibile. Innanzi tutto, l’uso sostenibile delle risorse, a cui affiancare progetti di riqualificazione energetica nelle aree urbane.

Dal diritto alla casa all’inclusione sociale, fino alle smart city e le piattaforme dati

Ovviamente, non c’è città senza soluzioni all’annosa questione dell’abitare, incluso il diritto alla casa, a cui associare nuovi strumenti culturali per favorire e realizzare sviluppo economico e integrazione sociale.

Dopo diversi anni di vero e proprio oblio, se non semplici slogan, torna al centro delle politiche urbane la pianificazione e gestione delle smart city, probabilmente grazie all’imposizione inevitabile del tema dell’intelligenza artificiale e delle sue molteplici applicazioni, fino al proliferare delle piattaforme per la gestione dei dati.

Abbiamo affrontato in continuità con le precedenti presidenze, quella tedesca nel 2022 e quella giapponese nel 2023, i temi delle città resilienti, città net zero, città circolari e non clima-alteranti, città giuste e inclusive, città digitali e intelligenti. La Dichiarazione racchiude e sintetizza i principali impegni condivisi nell’ambito di ogni tematica affrontata – ha proseguito Piantedosi – pur conservando una coerenza con quelle adottate negli anni precedenti, presenta diversi elementi di novità”.

Tra le personalità accolte a Palazzo Altemps dal Ministro Piantedosi e dal Sottosegretario di Stato Wanda Ferro, i ministri dei Paesi del G7, il Commissario europeo con delega specifica, i rappresentanti dell’OCSE, della Banca Europea per gli Investimenti e di Urban7, l’organismo di coordinamento delle città dei Paesi G7.

Flavio Fabbri

05/11/2024

Policy Mondo

Wayla propone van da chiamare da app e condividere: non seguono linee fisse o orari prestabiliti, ma si adattano alle richieste degli utenti, creando percorsi ottimizzati in tempo reale. Il debutto previsto a Milano entro ottobre 2024

Wayla è una startup esordiente che si prepara a fare il suo ingresso nel panorama della mobilità urbana italiana, presentandosi come soluzione innovativa per colmare le lacune del trasporto pubblico e privato nelle grandi città. Il servizio, il cui nome è un gioco di parole che richiama il saluto milanese “ueilà”, si basa su un modello di trasporto condiviso on-demand, attraverso una flotta di van che possono ospitare fino a 14 passeggeri. Secondo Alessandro Villa, uno dei co-fondatori e COO di Wayla, l’obiettivo è offrire “un’alternativa pratica, efficace, sicura ed economica alla mobilità urbana non di linea”.

Il servizio punta a distinguersi per la flessibilità: i mezzi non seguono linee fisse o orari prestabiliti, ma si adattano dinamicamente alle richieste degli utenti, creando percorsi ottimizzati in tempo reale. Questa caratteristica permette a Wayla di inserirsi strategicamente in quelle fasce orarie e aree urbane dove i servizi di trasporto tradizionali mostrano le loro maggiori carenze, in particolare nelle ore serali e notturne. L’approccio di Wayla alla mobilità urbana si basa su un’analisi delle esigenze dei cittadini, con particolare attenzione alla sicurezza e all’accessibilità economica, due aspetti che spesso rappresentano criticità nei sistemi di trasporto urbano esistenti.

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Milano come laboratorio: il debutto di Wayla nel capoluogo lombardo

La startup ha annunciato il debutto a Milano entro ottobre 2024. La scelta come città di lancio non è casuale. Il capoluogo lombardo, noto per il suo dinamismo e la sua apertura all’innovazione, si presenta come il terreno ideale per testare e affinare questo nuovo modello di mobilità urbana. Il servizio inizierà a operare all’interno del perimetro della circonvallazione filoviaria (90-91), con un’estensione strategica al quartiere Città Studi, ricco di giovani e studenti. La fase iniziale vedrà l’impiego di una flotta composta da cinque Fiat Ducato, ciascuno con una capienza di 14 passeggeri, operativi dal giovedì alla domenica, dalle 19 alle 3 del mattino. Questa scelta di orari e giorni non è casuale, ma risponde a una precisa analisi delle esigenze di mobilità della città, concentrandosi sui momenti in cui la domanda di trasporto è più alta e l’offerta tradizionale più carente. Villa sottolinea come “di notte la frequenza dei mezzi pubblici è ridotta o assente e c’è un innegabile problema di sicurezza, molto sentito soprattutto dalle donne“. Wayla si propone quindi come soluzione a queste problematiche. La startup ha sviluppato il suo business plan con il supporto di esperti del settore, tra cui Marco Ficarra di Moffu Labs e Ludovico Maggiore di MobilityUp, e ha raccolto un round di finanziamento pre-seed di 500.000 euro per supportare il lancio e le prime fasi di operatività.

Come funziona Wayla: tecnologia e sostenibilità

Al cuore dell’offerta di Wayla c’è una piattaforma tecnologica sviluppata in collaborazione con Ioki, una società specializzata in soluzioni di mobilità on-demand e controllata dalla Deutsche Bahn. Questa partnership tecnologica consente a Wayla di offrire un sistema di prenotazione e pianificazione dei percorsi.

Gli utenti possono prenotare il loro viaggio attraverso un’app dedicata, che calcola in tempo reale il percorso ottimale e il prezzo della corsa. L’algoritmo di Ioki è in grado di raggruppare automaticamente i passeggeri con percorsi simili, ottimizzando l’utilizzo dei veicoli e riducendo l’impatto ambientale del servizioBenjamin Pfeifer, CEO di Ioki, sottolinea come questa soluzione possa risolvere il problema dell’attesa dei taxi, particolarmente sentito a Milano nelle ore serali.

Sul fronte della sostenibilità, Wayla ha dichiarato l’intenzione di transitare verso una flotta completamente elettrica nel medio termine, allineandosi con gli obiettivi di riduzione delle emissioni delle grandi città. Inoltre, i veicoli saranno dotati di dispositivi per accogliere persone con disabilità.

Dal concept alla realtà: il team e la visione dietro Wayla

Dietro il progetto Wayla c’è un team composto da cinque fondatori con background diversificati ma complementari. Alessandro Villa, che ricopre il ruolo di COO, porta al progetto la sua esperienza quasi decennale in ambito operations e consulenza per aziende produttive e di servizi. La sua dedizione al progetto è evidente dal fatto che sta personalmente sostenendo gli esami per ottenere la licenza di guida e la CQC, pronto a mettersi al volante in caso di necessità. Gli altri co-fondatori includono figure con esperienza in ambito legale, vendite, pricing e consulenza strategica. La visione del team è chiara: non si tratta solo di offrire un nuovo servizio di trasporto, ma di contribuire a un cambiamento paradigmatico nel modo in cui le persone si muovono in città.

L’innovazione tecnologica sta provocando una rivoluzione anche nel mondo dei parcheggi attraverso lo smart parking. Se ad oggi, in molte grandi e piccole città, trovare parcheggio è un’operazione lunga e difficile che a volte rischia di trasformarsi in un incubo, in un futuro non lontano i problemi potrebbero essere felicemente risolti grazie alla progressiva affermazione dello smart parking: