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Retrivo - Che va indietro o che resta indietro, riferito, in senso fig., a chi si oppone al progresso politico, sociale, civile e culturale, ma più per ignoranza e inettitudine che per consapevole volontà (in quest’ultimo senso meglio reazionario).(Treccani) 

Quale miglior definizione per chi continua ad opporsi ad ogni evoluzione della società? Ci si puo' mascherare talvolta a destra, talvolta a sinistra, ma la volontà di fondo è quella di limitare la tua libertà di scelta, in nome di regole che io e la mia maggioranza ritengono universali. E' così per il diritto all'aborto, alle spiagge libere, al recupero climatico, all'energia, e infine in occasione dell'autodeterminazione per il fine vita.

Condividiamo, senza commenti, due interviste di esponenti importanti:

Vittorio Feltri e il suicidio assistito: «Chi è contro è affetto da ignoranza morale. Se succede a me…»

Storia di Alba Romano

 

Vittorio Feltri, 81 anni, è stato direttore de L’EuropeoIl BorgheseL’Indipendente e il Giornale, mentre nel 2000 ha fondato e poi diretto Libero. Alle Regionali in Lombardia del 2023 è stato eletto consigliere con FdI. E oggi in un’intervista al Corriere della Sera dice che le critiche a Guido Bertolaso per aver consentito a una paziente affetta da sclerosi multipla di ricorrere al suicidio assistito sono «roba da matti. Bertolaso ha fatto quello che era giusto fare».

Il suicidio assistito e l’aborto

Feltri dice di essere favorevole al suicidio assistito «per un motivo semplice. Non riesco a capire perché si possa togliere la vita ad un bambino concepito (c’è stato tanto di referendum per ottenere questo diritto) attraverso l’aborto e non si voglia consentire a un vecchio rimbambito, tenuto in vita con le flebo infilate in tutto il corpo, di poter decidere di andarsene quando si rende conto che la sua non è più vita. Ma sono impazziti?». La posizione ostile, dice il giornalista, «è l’effetto di una grande ignoranza morale». Anche perché il voto cattolico ormai «non mi pare più così decisivo. E poi ricordo che ai tempi del referendum sul divorzio non mi pare che il parere della Chiesa sia stato rispettato da tutti».

La Lega

La Lega, secondo Feltri, «spesso ha assunto posizioni retrive. Però, poi, ha saputo adeguarsi alla realtà. Credo che Salvini abbia fatto un ragionamento molto semplice guardando ciò che succede nella vita reale di tutti i giorni. Mi auguro che non rimanga solo un’uscita estemporanea». Il suo partito, Fratelli d’Italia, invece non ha cambiato idea. Ma nemmeno lui: «Non sono per nulla d’accordo con la loro posizione. Ho le mie idee, non le cambio con nessuno e le difendo pubblicamente. Soprattutto su una questione di civiltà come questa». La legge quadro è invece necessaria: «Chi non è capace di garantire ai cittadini il diritto di porre fine alle loro sofferenze si dimostra uno stolto. In molti Paesi il suicidio assistito è legge, cosa aspettano i nostri parlamentari?».

Lo stato vegetativo

Secondo Feltri anche costringere a vegetare è un atto di crudeltà. E nel caso capitasse a lui, dice a Cesare Zappieri, «ne ho già parlato con mia moglie e i miei figli. Siamo d’accordo su un principio: bisogna avere rispetto della libertà degli altri. Il giorno che dovessi capire che sono arrivato al capolinea chiederò di esercitare il mio diritto».

Luca Zaia: «Sul fine vita serve una legge nazionale. Presto una circolare in Veneto»

14 Febbraio 2025 - 05:29 Alessandro D’Amato e Alba Romano

 

Il presidente del Veneto: «Mai fatto guerre di religione, ma ho guardato sempre in faccia la realtà»

Sul fine vita serve una legge nazionale. Luca Zaia torna dopo l’iniziativa della Toscana a parlare di temi etici. Ricorda che le resistenze non sono solo nel centrodestra ma avverte: «Mai fatto guerre di religione, ma ho guardato sempre in faccia la realtà. Ricorda col Covid? Sono stato il primo a istituire la zona rossa, a chiudere tutto, carnevale di Venezia compreso, mentre altri organizzavano gli spritz…». E ricorda che «le cose che dico ora le sostengo da tempo. Tre anni fa vi dedicai buona parte del mio libro, I pessimisti non fanno fortuna … », dice in un’intervista a Repubblica.

La circolare

In Veneto Zaia vuole preparare un regolamento «una circolare, che dovrebbe fissare delle regole, in quanto il fine vita esiste già». Perché, spiega Zaia, «c’è la sentenza della Consulta del 2019. Stabilisce che un malato terminale può fare domanda se sono rispettati questi quattro requisiti: diagnosi infausta, mantenimento in vita da supporti, grave sofferenza fisica e psichica, libertà di scelta. In Veneto abbiamo avuto sette domande». La domanda, spiega, va fatta «alle aziende sanitarie. Poi a decidere è un comitato etico». Ne sono state accolte «rre, due sole delle quali sono arrivate fino in fondo. Manca una legge che stabilisca i tempi: entro quando bisogna rispondere al paziente? Chi può somministrare il farmaco? È come se per l’aborto non si fossero fissati i termini per l’interruzione della gravidanza». Della legge in Toscana pensa che «il governo la impugnerà. Ma il punto è che non possiamo fare venti leggi regionali diverse, tutte a rischio».

 

Quello che non si può fare

Quello che non si può fare, sostiene nel colloquio con Concetto Vecchio, è «nascondere la testa sotto la sabbia. Fare finta che il fine vita non ci sia». Anche perché i sondaggi sono favorevoli e la politica dovrebbe tenerne conto. Infine: «I malati terminali che chiedono l’accesso alla procedura di fine vita rifiutano le cure palliative, facendo una scelta intima e personale». E questo accade «perché la loro richiesta a un certo punto non ha più nulla a che fare col dolore insopportabile, ma con la dignità di quella condizione dell’ultima fase della loro vita».