Un'operazione internazionale guidata da Europol ha permesso  di smantellare una rete criminale responsabile di una grave frode nei sussidi sanitari in Francia e del riciclaggio dei suoi prodotti illeciti in Germania. L'azione congiunta, che ha portato alla luce l'appropriazione indebita di 6,7 milioni di euro, ha dimostrato l'efficacia della cooperazione europea nella lotta contro le reti della criminalità organizzata che operano a livello transfrontaliero.

Diplomi usurpati e fatture fittizie per frodare l'Assicurazione Sanitaria

Lo schema fraudolento era in dettaglio incentrato sui rimborsi fraudolenti di apparecchi acustici. I truffatori hanno sfruttato il sistema di assicurazione sanitaria pubblica francese. È stato lo scorso luglio che i criminali hanno creato aziende fittizie di apparecchi acustici, utilizzando diplomi usurpati per ottenere l'accreditamento dalle autorità sanitarie e contratti con l'assicurazione sanitaria francese.

È stato con i dati dei pazienti rubati che i truffatori hanno emesso fatture false, per un totale piuttosto impressionante di 6,7 milioni di euro di rimborsi fraudolenti. I fondi illeciti sono stati poi incanalati attraverso dozzine di società di comodo in tutta Europa, rendendo difficile per le autorità rintracciarli.

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Il 10 marzo 2025, le autorità francesi hanno arrestato otto sospetti chiave coinvolti in questo schema fraudolento. La Gendarmeria Nazionale ha effettuato perquisizioni nelle case dei sospetti, nella casa di un medico e in un centro medico, sequestrando 195.000 euro di beni criminali.

Un'operazione su larga scala che mobilita 100 agenti e prende di mira una grande azienda

Sulla base dell'intelligence dell'operazione francese, le autorità tedesche hanno avviato una seconda fase di indagine mirata al riciclaggio dei proventi della frode. Il 17 marzo 2025, le forze di polizia tedesche, supportate dagli investigatori francesi della Gendarmeria e dell'Europol, hanno condotto un'azione su larga scala contro un'importante società sospettata di incanalare fondi illeciti.

La polizia ha perquisito otto luoghi diversi, tra cui una società di contabilità, un magazzino, la sede dell'azienda ovviamente e diverse residenze legate a figure importanti della rete. L'operazione tedesca ha mobilitato più di 100 agenti e ha portato al sequestro di beni immobili, 73 veicoli di fascia alta e 260.000 euro in contanti.

Europol afferma di aver fornito un supporto analitico e operativo cruciale, aiutando gli investigatori a rintracciare i flussi di fondi illeciti e a scoprire collegamenti con altri casi criminali. Durante i giorni di azione, l'agenzia europea ha schierato specialisti sul campo con un ufficio mobile per effettuare controlli in tempo reale, nonché supporto forense digitale. Un'operazione di successo!

AI & Cyber Defense: verso sistemi autoimmuni
L'intelligenza artificiale non si limita più ad analizzare le minacce: sta diventando la prima linea di difesa contro gli attacchi informatici. I sistemi di rilevamento in tempo reale, basati su modelli di machine learning, sono in grado di identificare comportamenti anomali anche prima che venga innescato un attacco. Le architetture Zero Trust avanzate e abilitate all'intelligenza artificiale valutano continuamente l'accesso alle risorse critiche, riducendo drasticamente le opportunità di intrusione.

Il futuro è nella sicurezza informatica proattiva e autonoma. Le piattaforme di orchestrazione automatizzata delle risposte, abbinate all'intelligenza artificiale generativa, consentono di neutralizzare le minacce senza l'intervento umano. Rispondono in millisecondi ad attacchi sofisticati, isolando le aree colpite e modificando dinamicamente i protocolli di accesso.

Allo stesso tempo, stanno emergendo i cyber-bunker digitali: vere e proprie fortezze connesse, che permettono alle aziende di operare da infrastrutture isolate e impermeabili agli attacchi. Queste architetture a compartimenti stagni, ispirate alle pratiche militari, stanno ridefinendo la protezione dei dati critici.

Proteggere l'identità digitale: l'era post-password
Le password appartengono al passato. L'autenticazione adattiva, basata sulla biometria comportamentale e sulle impronte digitali cognitive, sta diventando la norma. L'analisi dei movimenti oculari, della pressione del touchscreen o del ritmo di digitazione consente l'autenticazione invisibile, riducendo il rischio di spoofing.

L'identità decentralizzata su blockchain sta emergendo come un'alternativa credibile ai database centralizzati, troppo spesso compromessi. Grazie a protocolli come DID (Decentralized Identifiers) e VC (Verifiable Credentials), ogni individuo controlla l'accesso alle proprie informazioni senza dipendere da terzi.

Il segreto preventivo sta diventando uno standard. Piuttosto che proteggere i dati a posteriori, i sistemi di crittografia omomorfica consentono l'elaborazione delle informazioni senza mai decrittografarle, rendendo superflua qualsiasi esfiltrazione. Questi progressi segnano la transizione verso la sicurezza informatica in cui l'identità diventa la chiave di accesso, ma mai un difetto sfruttabile.

L'impatto delle normative e della sovranità digitale
Di fronte all'aumento delle minacce, la regolamentazione sta accelerando. L'Europa sta imponendo nuovi standard con il NIS2 (che avrà finalmente effetti positivi sui dispositivi IOT e sulle videocamere di sorveglianza) e il Cyber Resilience Act, costringendo le aziende a rafforzare la loro posizione difensiva o ad affrontare sanzioni. Il Cloud Act e la guerra degli standard stanno esacerbando le tensioni tra gli Stati, con ogni blocco che cerca di imporre la propria sovranità sull'infrastruttura digitale.

La sicurezza informatica sta diventando una questione diplomatica ed economica. Gli Stati stanno investendo molto nella protezione delle infrastrutture critiche, integrando la sicurezza informatica nelle loro strategie di difesa nazionale. Le alleanze intergovernative, come il Cyber Defense Pledge della NATO, si stanno intensificando per mettere in comune le capacità di risposta.

 

A volte innovazione e regimi autoritari vanno di pari passo e finiscono per alimentarsi a vicenda. Lo dimostra uno studio del MIT sullo sviluppo in Cina di tecnologie di videosorveglianza basate sul riconoscimento facciale. 

Storicamente, di fronte all’innovazione tecnologica, i regimi autoritari ricorrono spesso aresistenza. Nella quasi totalità dei casi, le rivoluzioni tecnologiche sono percepite come elementi destabilizzanti che indeboliscono il potere. In definitiva, non impegnandosi nell'innovazione, questi paesi finiscono prima o poi per andare in declino, almeno inizialmente dal punto di vista economico. Si tratta di un dato generale, ma studiando il caso specifico della Cina, i ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (MIT), della National Science Foundation , dell'Università di Harvard e di altre istituzioni britanniche hanno potuto osservare che il Paese sta sfruttando l'innovazione per controllare meglio le popolazioni dissidenti e garantire il proprio sviluppo economico.

Nel Regno di Mezzo, le tecnologie basate sul riconoscimento facciale, potenziate dall'intelligenza artificiale, sono state impiegate su larga scala dal governo per anni. Un modo per reprimere e limitare le proteste. Pertanto, nel loro studio, gli scienziati hanno scoperto che nelle aree più "tese" della Cina, il governo acquista più spesso questi sistemi di identificazione della popolazione potenziati dall'intelligenza artificiale.

Sembra che, mentre il regime investe massicciamente in queste IA per garantire il suo controllo politico, ciò abbia anche l'effetto di stimolare l'innovazione per l'esportazione a livello internazionale. I ricercatori hanno definito questo fenomeno AI -tocrazia . In altre parole, gli sviluppi dell'intelligenza artificiale servono sia a reprimere il dissenso sia a garantire la capacità di innovazione del Paese.

Per consolidare il loro studio, il team ha utilizzato i dati del progetto GDELT ( Global Database of Events, Language, and Tone ). Questo progetto registra feed di notizie su scala globale. Tra il 2014 e il 2020, nel Paese si sono registrati 9.267 disordini politici locali. Hanno combinato questi dati con quasi 3 milioni di contratti pubblici emessi dal governo tra il 2013 e il 2019. Hanno rivelato che gli acquisti di telecamere e sistemi di riconoscimento facciale assistiti dall'intelligenza artificiale da parte delle autorità locali sono aumentati sistematicamente pochi mesi dopo un episodio di disordini pubblici in queste regioni.

  

  

In alto, aree di disordini locali in alcune regioni della Cina. Di seguito, gli investimenti nei sistemi di riconoscimento facciale basati sull'intelligenza artificiale. © La rivista trimestrale di economia

Mettere a tacere l’opposizione favorisce l’innovazione

Non è ancora chiaro se l'uso di queste attrezzature abbia contribuito a mettere a tacere l'opposizione, anche se i ricercatori ritengono di sì. Secondo le loro scoperte, le tecnologie sono state impiegate in occasione di proteste. Ogni volta il livello di protesta si è ridotto. Per quanto riguarda lo sviluppo economico dovuto a queste attrezzature, è emerso che le aziende che si sono aggiudicate gli appalti hanno progettato quasi il 50% in più di strumenti tecnologici nei due anni successivi.

In altre parole, questa spinta del governo verso un maggiore autoritarismo dà un vero impulso allo sviluppo delle tecnologie, in particolare quelle legate all'intelligenza artificiale. Una crescita che, secondo lo studio, non avrebbe potuto verificarsi altrimenti. I ricercatori orapavimentopiù specificatamente su alcune delle loro conclusioni e, in particolare, sull'esportazione di queste tecnologie avanzate.

Affermano che la commercializzazione di questi strumenti di riconoscimento facciale all'estero dimostra già che la repressione governativa potrebbe diventare un fenomeno globale. In Francia la tentazione attorno a questi strumenti è forte, come testimonia la cosiddetta legge JO 2024 , che prevede la sperimentazione di telecamere dotate di sistemi di riconoscimento facciale durante grandi eventi pubblici. Di recente, il Senato ha votato per utilizzare questi sistemi basati sull'intelligenza artificiale per la sorveglianza in tempo reale negli spazi pubblici. Questa intenzione è in contrasto con una decisione dell'Unione Europea, che invece punta a regolamentare in modo rigoroso l'uso dell'intelligenza artificiale per monitorare meglio le popolazioni.

"Il bioterrorismo si riferisce al rilascio intenzionale di agenti biologici o tossine allo scopo di danneggiare o uccidere esseri umani, animali o piante con l'intento di intimidire o costringere un governo o una popolazione civile a promuovere obiettivi politici o sociali".

“Il bioterrorismo si riferisce al rilascio intenzionale di agenti biologici o tossine con lo scopo di danneggiare o uccidere esseri umani, animali o piante, con l'intento di intimidire o costringere un governo o una popolazione civile per promuovere obiettivi politici o sociali”.

Il bioterrorismo rappresenta una minaccia insidiosa e potenzialmente devastante, caratterizzata dal rilascio intenzionale di agenti biologici patogeni o tossine con l'obiettivo di causare danni a esseri umani, animali o coltivazioni e vegetazione in generale.

Un tipo di attacco che non solo mette a rischio la salute pubblica, provocando epidemia e alti tassi di mortalità, ma genera anche panico e destabilizzazione su larga scala, spesso con l'intento di esercitare pressioni politiche o sociali su governi e popolazioni civili. Un tipo di attacco imprevedibile e dunque particolarmente difficile da contrastare, che richiede una risposta coordinata tra diversi attori, anche nel mondo istituzionale.

La gestione efficace di un attacco bioterroristico richiede infatti strategie di prevenzione, preparazione e intervento che coinvolgano enti nazionali e internazionali, garantendo una risposta tempestiva e la condivisione delle conoscenze per rafforzare le capacità di difesa contro questa minaccia globale.
In uno scenario che, come ben dimostrare le cronache di questi ultimi anni, si sta facendo sempre più complesso, un nuovo ruolo è giocato anche dall'intelligenza artificiale, a supporto sia degli offensori sia dei difensore.

Porta via

Il bioterrorismo e la guerra biologica rappresentano minacce distinte, ma entrambe implicano l'uso di agenti patogeni per scopi distruttivi. Mentre la guerra biologica è impiegata dagli Stati Uniti in contesti bellici, il bioterrorismo mira a generare panico e destabilizzazione tra i civili. L'accessibilità crescente alle tecnologie biotecnologiche e genetiche rende questa minaccia sempre più concreta.

L'AI può facilitare lo sviluppo di armi biologiche attraverso modelli avanzati di analisi genetica e sintesi biologica. L'integrazione di Large Language Models (LLM) e strumenti di Biological Design (BDT) potrebbe abbassare la soglia di competenze necessarie per la manipolazione genetica, aumentando il rischio di creazione di patogeni più pericolosi e resistenti ai trattamenti.

Se utilizzata in modo etico e regolamentato, l'intelligenza artificiale può diventare un potente alleato nella lotta al bioterrorismo. Grazie alla sua capacità di monitorare dati sanitari globali, individuare anomalie epidemiologiche e tracciare l'origine degli agenti patogeni, l'AI può supportare la prevenzione e la risposta rapida a minacce biologiche, rafforzando la biosicurezza a livello globale.

Tra biowarfare e bioterrorismo: due minacce con una lunga storia

Prima di addentrarci sulle più recenti evoluzioni di questo tipo di minacce, è importante capire come nascono e come si sono sviluppate nel tempo, facendo innanzitutto chiarezza sui termini.
Spesso si confonde infatti la guerra biologica (o biowarfare) con il bioterrorismo: entrambe sono forme di impiego degli agenti biologici con scopi distruttivi, ma si distinguono per finalità, modalità di utilizzo e attori coinvolti.

Guerra biologica: la guerra biologica

La guerra biologica si riferisce all'uso intenzionale di agenti patogeni – come batteri, virus, funghi o tossine – come arma in contesti bellici. Tali agenti possono risultare più letali rispetto alle armi convenzionali, poiché anche le piccole quantità possono provocare perdite di massa. La storia dell'uso di armi biologiche risale all'antichità : già in epoca greca e romana si praticava l'avvelenamento di sorgenti d'acqua con cadaveri infetti, mentre nel Medioevo gli eserciti lanciavano cadaveri infetti oltre le mura delle città assediate, come nel caso della peste durante l'assedio di Caffa nel XIV secolo.

L'evoluzione della guerra biologica può essere suddivisa in tre periodi principali: dall'antichità al 1900, vale a dire prima della nascita della microbiologia come disciplina scientifica grazie agli studi di Louis Pasteur e Robert Koch, è difficile distinguere tra attacchi biologici reali e mere dicerie o strumentalizzazioni; dal 1900 al 1945 e in particolare durante le due guerre mondiali, iniziarono a svilupparsi veri e propri programmi nazionali di guerra biologica, con ricerche condotte da paesi come Germania, Giappone, Stati Uniti e Unione Sovietica; infine dal 1945 in poi, quando il progresso nella biotecnologia e nella biochimica ha reso più accessibili gli agenti biologici, aumentando il rischio che non solo gli Stati, ma anche gruppi più piccoli o singoli individui sviluppavano capacità offensive in questo ambito.

L'uso di agenti biologici in guerra è stato limitato da convenzioni internazionali, come la Convenzione sulle armi biologiche del 1972 , nondimeno il rischio rimane, soprattutto a causa delle possibilità offerte dall'ingegneria genetica per rendere alcuni patogeni più resistenti e letali.

Bioterrorismo: la minaccia ai civili

A differenza della guerra biologica, il bioterrorismo consiste nell'uso deliberato di agenti biologici contro la popolazione civile, con lo scopo di diffondere il panico e causare perdite umane o danni economici. A motivare gli attacchi bioterroristici sono spesso ideologie politiche o religiose. Gli agenti possono essere usati nella loro forma naturale o modificati geneticamente per aumentarne la capacità di diffusione e la resistenza ai trattamenti.

Uno degli episodi più noti di bioterrorismo recente è l'attacco con antrace negli Stati Uniti nel 2001 ( attacchi Amerithrax ), che ha evidenziato la difficoltà di individuare e rispondere rapidamente a simili minacce. Le autorità sanitarie, come lo statunitense CDC (Centers for Disease Control and Prevention), classificano gli agenti biologici in tre categorie (A, B e C) in base alla loro facilità di trasmissione, alla mortalità associazione e alla possibilità di produzione su larga scala. Tra gli agenti più temuti figurano Bacillus anthracis (antrace), Yersinia pestis (peste), il virus del vaiolo e tossine come il botulino.

Agenti di bioterrorismo CDC (Classificazione agenti biologici)Agenti di bioterrorismo CDC (Classificazione agenti biologici)

Sebbene la differenza possa sembrare sottile, dato che sia la guerra biologica sia il bioterrorismo prevede l'uso di agenti biologici, esiste una sostanziale differenza nella loro finalità: la prima è una strategia militare impiegata da Stati o eserciti, mentre il bioterrorismo è un'azione clandestina rivolta contro i civili per generare terrore e destabilizzazione.

L'uso dell'AI nello sviluppo di nuove armi biologiche

L'evoluzione dell'intelligenza artificiale (AI) sta trasformando il panorama delle minacce biologiche, sollevando non poche preoccupazioni legate alla sua possibile applicazione nella creazione di armi biologiche. La convergenza tra AI e tecniche di editing genetico potrebbe facilitare la progettazione degli agenti patogeni più pericolosi, accelerandone la diffusione e complicando le strategie di contenimento. Gli studi condotti in questo ambito evidenziano come la crescente accessibilità delle tecnologie AI renda sempre più concreta la possibilità di manipolazioni illecite di agenti biologici, aumentando i rischi di attacchi bioterroristici e di utilizzo improprio di strumenti biotecnologici avanzati. Per far fronte a tali minacce, è necessario adottare misure preventive e regolamentazioni specifiche, imponendo standard di sicurezza e responsabilità ai creatori di queste tecnologie.

Il dibattito sui rischi catastrofici legati all'AI si inserisce in una più ampia riflessione sulle minacce esistenziali per l'umanità.

Lo scrive – e non a caso viene citato negli studi che abbiamo consultato per la stesura di questo articolo – Toby Ord, nel libro The Precipice : la probabilità di eventi catastrofici su scala globale è significativa, ma la loro prevenzione riceve ancora scarsa attenzione da parte delle istituzioni.

Tra le minacce emergenti figurano le pandemie pianificate, l'intelligenza artificiale fuori controllo e l'uso intenzionale di agenti patogeni per scopi malevoli.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità classifica le armi biologiche come una delle principali minacce globali, includendole nella più ampia categoria delle armi di distruzione di massa, insieme a quelle chimiche, nucleari e radiologiche.

“ Agenti biologici come l'antrace, la tossina botulinica e la peste possono rappresentare una sfida difficile per la salute pubblica, causando un gran numero di decessi in un breve lasso di tempo. Gli agenti biologici che sono in grado di trasmissione secondaria possono portare a epidemie. Un attacco che coinvolge un agente biologico può imitare un evento naturale, il che può complicare la valutazione e la risposta della salute pubblica. In caso di guerra e conflitto, i laboratori di agenti patogeni ad alto rischio possono essere presi di mira, il che potrebbe portare a gravi conseguenze per la salute pubblica. Le armi biologiche costituiscono un sottoinsieme di una classe più ampia di armi a volte denominate armi non convenzionali o armi di distruzione di massa, che include anche armi chimiche, nucleari e radiologiche. L'uso di agenti biologici è una seria preoccupazione e si ritiene che il rischio di utilizzare questi agenti in un attacco terroristico sia in aumento ”.

“ Gli agenti biologici come l'antrace, la tossina botulinica e la peste rappresentano una sfida complessa per la salute pubblica, poiché possono causare un alto numero di vittime in breve tempo. Alcuni di questi agenti, se trasmissibili da persona a persona, possono dare origine a un'epidemia. Un attacco con agenti biologici potrebbe somigliare a un evento naturale, rendendo più difficile la valutazione della situazione e la risposta sanitaria. In caso di guerra o conflitto, i laboratori che studiano patogeni altamente pericolosi potrebbero diventare bersagli, con gravi conseguenze per la salute pubblica. Le armi biologiche fanno parte di una categoria più ampia di armamenti, noti come armi non convenzionali o di distruzione di massa, che comprendono anche le armi chimiche, nucleari e radiologiche. L'uso di agenti biologici è una questione di grande preoccupazione, e il rischio che vengano impiegati in attacchi terroristici è considerato in crescita“.

Il ruolo degli LLM e dei BDT nello sviluppo di nuove armi biologiche

E qui entra in gioco l'AI.
La capacità dell'AI di analizzare grandi quantità di dati biologici e sintetizzare informazioni potrebbe essere sfruttata non solo per il progresso scientifico, ma anche per lo sviluppo di biotecnologie pericolose, riducendo le barriere tecniche per l'accesso a tali conoscenze.

I modelli di AI, come i Large Language Models (LLMs) e gli strumenti di Biological Design (BDTs ), potrebbero semplificare la creazione di nuovi agenti patogeni, riducendo la necessità di competenze avanzate in biologia per condurre manipolazioni pericolose.

Detto in altri termini, i LLM, come GPT-4 ei suoi successori, potrebbero fornire informazioni che potrebbero abbattere alcune delle barriere che in passato hanno ostacolato lo sviluppo di armi biologiche. Con la loro evoluzione in assistenti di laboratorio multimodali e strumenti scientifici autonomi, la loro capacità di supportare anche utenti non esperti nelle attività di laboratorio aumenterà, riducendo così gli ostacoli all'uso improprio della biologia.

Vediamo qualche esempio.
I LLM sono progettati per elaborare enormi quantità di dati testuali e generare risposte coerenti e contestualizzate. In ambito biologico, questi strumenti possono essere utilizzati per: analizzare rapidamente pubblicazioni scientifiche e identificare pattern in grandi dataset genetici; fornire assistenza nella progettazione di esperimenti, aiutare gli scienziati a ottimizzare i protocolli di laboratorio; tradurre complessi articoli scientifici e biochimici in un linguaggio accessibile, rendendo le informazioni disponibili ad un pubblico più vasto.

Questa stessa accessibilità può comportare rischi bioetici e di sicurezza, poiché gli LLM potrebbero, intenzionalmente o accidentalmente, fornire indicazioni utili per la progettazione di agenti patogeni, abbassando le barriere di competenza necessarie per l'ingegneria biologica. Ad esempio, si potrebbero suggerire metodi per migliorare la resistenza di un virus ai vaccini o indicare combinazioni di mutazioni che aumentano la trasmissibilità di un agente infettivo.

Dal canto loro i BDT sono strumenti AI specializzati nella progettazione e sintesi di organismi biologici. Questi software combinano algoritmi avanzati e dataset genetici per simulare mutazioni, ottimizzando sequenze genetiche e progettare organismi sintetici con caratteristiche specifiche. Applicati alla ricerca medica, possono essere impiegati per: sviluppo nuovi vaccini e terapie geniche; ottimizzazione di enzimi e proteine ​​per applicazioni farmaceutiche; simulare la diffusione di agenti patogeni per comprendere meglio la loro evoluzione.

In mani sbagliate, i BDT potrebbero essere utilizzati per progettare agenti patogeni resistenti ai trattamenti: l'AI potrebbe suggerire mutazioni genetiche per aumentare la resistenza ai farmaci o migliorare la capacità di un virus di sfuggire al sistema immunitario; creare virus ingegnerizzati con caratteristiche combinate: ad esempio, un agente patogeno che unisca la trasmissibilità del morbillo con la letalità del vaiolo; ottimizzare la sintesi di agenti biologici dannosi: riducendo i tempi ei costi necessari per manipolare geneticamente un organismo pericoloso.

L'integrazione di LLM con BDT potrebbe amplificare ulteriormente i rischi, fornendo sia le conoscenze teoriche (LLM) che gli strumenti pratici (BDT) per la progettazione e la creazione di nuovi agenti patogeni. Questa sinergia potrebbe ridurre in modo significativo la soglia di competenze necessarie per sviluppare armi biologiche, rendendo possibile la diffusione di tecnologie pericolose anche a soggetti non specializzati.

Sebbene le attuali limitazioni dei modelli AI impediscano un'accurata generazione di istruzioni per la costruzione di armi biologiche, il loro sviluppo futuro potrebbe aumentarne l'efficacia e la precisione. La crescente accessibilità alla sintesi del DNA e alle tecniche di biologia sintetica pone nuove sfide alla biosicurezza, rendendo indispensabile una regolamentazione rigorosa. Strategie di mitigazione, come il monitoraggio dell'uso di strumenti AI in ambito biotecnologico e la creazione di sistemi di identificazione delle modifiche genetiche, sono essenziali per prevenire possibili abusi.

L'AI a supporto dei difensori

Gli stessi studi fin qui citati evidenziano anche il ruolo che l'intelligenza artificiale può svolgere nella prevenzione, rilevazione e contrasto del bioterrorismo. È chiaro che, se impiegata in modo etico e regolamentato, l'AI offre strumenti avanzati per monitorare, analizzare e rispondere a minacce biologiche, contribuendo a prevenire attacchi e migliorare la sicurezza globale.

Monitorando costantemente i dati provenienti da fonti sanitarie globali, laboratori di ricerca e sistemi di sorveglianza epidemiologica, l'AI consente di rilevare precocemente agenti patogeni e minacce biologiche.

Gli algoritmi di machine learning possono analizzare sequenze genetiche per identificare mutazioni sospette indicative di manipolazioni artificiali, mentre modelli predittivi esaminano trend epidemiologici per individuare anomalie nella diffusione di malattie, riconoscendo potenziali attacchi bioterroristici prima che diventino pandemici. Inoltre, sistemi avanzati di intelligenza artificiale possono monitorare il dark web e le reti criminali per intercettare scambi di informazioni o transazioni sospette legate alla biologia sintetica e alla creazione di armi biologiche.

L'AI svolge anche un ruolo chiave nell'attribuzione e tracciabilità degli attacchi biologici, permettendo di determinare l'origine di un agente patogeno attraverso tecnologie di ingegneria genetica forense. L'analisi del DNA consente di risalire al laboratorio di origine, mentre i sistemi di analisi basati su AI possono ricostruire la catena di eventi che ha portato alla diffusione di un patogeno, distinguendo tra attacchi deliberati ed epidemie naturali.

Parallelamente può essere utilizzato per controllare l'uso delle tecnologie di biotecnologia avanzata, impedendo il loro impiego malevolo. Algoritmi specifici possono filtrare le richieste fatte a strumenti di biologia sintetica, bloccando operazioni potenzialmente pericolose. Modelli di linguaggio avanzati, se regolamentati, potrebbero impedire la diffusione di istruzioni per la creazione di armi biologiche, mentre sistemi di autenticazione e controllo degli accessi basati su AI potrebbero monitorare l'uso di database genetici e laboratori di biologia sintetica per prevenire attività sospette.

L'AI accelera inoltre lo sviluppo di misure di controllo contro le minacce bioterroristiche, facilitando la progettazione di vaccini e terapie mirate. Grazie all'analisi delle strutture proteiche di nuovi agenti patogeni, è possibile individuare rapidamente le molecole più efficaci per neutralizzarli, riducendo drasticamente i tempi di risposta. Gli algoritmi AI possono anche simulare scenari di diffusione delle epidemie e suggerire strategie di contenimento ottimali, supportando governi e organizzazioni sanitarie nella gestione di emergenze biologiche. Questo approccio è stato utilizzato nello sviluppo di mRNA vaccini, come quelli contro il COVID-19, dimostrando la capacità di ridurre drasticamente i tempi di risposta a una minaccia biologica.

Infine, l'AI può favorire la collaborazione internazionale e il rafforzamento della governance della biosicurezza. Piattaforme basate su intelligenza artificiale possono armonizzare le normative globali sulla biosicurezza, garantendo standard uniformi per prevenire la proliferazione di armi biologiche. Inoltre, modelli AI avanzati possono essere impiegati per condurre audit automatizzati nei laboratori di biotecnologia, assicurando che le ricerche genetiche siano svolte nel rispetto delle leggi internazionali sulla non proliferazione.

Scorci di futuro

Per comprendere gli scenari futuri del bioterrorismo, possiamo utilizzare il framework STEPS, che ci consente di analizzare i suoi impatti attraverso cinque dimensioni chiave: Sociale, Tecnologica, Economica, Politica e Sostenibile.

S – SOCIALE

L'impatto sociale del bioterrorismo nel futuro potrebbe essere devastante, influenzando profondamente la stabilità delle società a livello globale. La possibilità che agenti patogeni modificati o sintetizzati vengano utilizzati per attacchi deliberati non solo minaccia la salute pubblica, ma potrebbe generare ondate di panico e sfiducia nelle istituzioni, con conseguenze difficili da prevedere. Il bioterrorismo, a differenza di altre forme di minaccia, ha la capacità di colpire in modo invisibile e subdolo, destabilizzando interi sistemi sanitari e mettendo a dura prova la capacità di risposta delle autorità. La difficoltà nel distinguere tra un'epidemia naturale e un attacco deliberato alimentare potrebbe teorie del complotto, creando divisioni all'interno delle comunità e ostacolando gli sforzi per contenere l'emergenza.

T – TECNOLOGICO

L'evoluzione del bioterrorismo potrebbe avere un impatto significativo sugli sviluppi tecnologici, spingendo la ricerca scientifica e l'innovazione nelle direzioni che bilanciano progresso e sicurezza. La crescente accessibilità delle tecnologie di intelligenza artificiale e biologia sintetica sta già ridefinendo il modo in cui vengono progettati, analizzati e potenzialmente manipolati gli agenti biologici. In futuro, il rischio di un utilizzo malevolo di queste tecnologie potrebbe accelerare la creazione di nuovi sistemi di sorveglianza e di strumenti avanzati per il monitoraggio delle minacce biologiche, portando a un'intensificazione della regolamentazione nel settore biotecnologico.

Le capacità di calcolo dell'intelligenza artificiale potrebbero essere sfruttate per individuare in anticipo anomalie genetiche nei patogeni emergenti, permettendo di distinguere tra organismi naturali e varianti artificiali. In prospettiva, l'integrazione tra biotecnologie avanzate e intelligenza artificiale potrebbe portare a una maggiore automazione dei processi di ricerca e produzione di farmaci e vaccini. La necessità di rispondere rapidamente a possibili minacce bioterroristiche potrebbe accelerare l'adozione di piattaforme basate su AI per la progettazione e la sperimentazione di nuove terapie, riducendo i tempi di sviluppo e ottimizzando l'efficacia dei trattamenti.

Le tecnologie di biosicurezza potrebbero evolversi in modo significativo, portando alla creazione di sensori avanzati per il rilevamento precoce di agenti patogeni e alla diffusione di sistemi di difesa biologica in ambienti critici, come laboratori di ricerca e infrastrutture sanitarie. L'uso dell'intelligenza artificiale nella gestione delle emergenze potrebbe migliorare la capacità di risposta a epidemie causate da attacchi bioterroristici, ottimizzando le strategie di contenimento e distribuzione delle risorse sanitarie.

E – ECONOMICO

Un attacco biologico su larga scala potrebbe paralizzare interi comparti produttivi, interrompendo le catene di approvvigionamento e riducendo la mobilità della forza lavoro, con effetti devastanti sul commercio globale e sulla stabilità dei mercati finanziari.
Nel contempo, la percezione di una minaccia costante potrebbe portare a un aumento degli investimenti in tecnologie di biosicurezza, spingendo le aziende ei governi a destinare risorse crescenti alla protezione delle infrastrutture critiche e alla ricerca di contromisure sanitarie avanzate.
L'industria farmaceutica e biotecnologica potrebbe beneficiare di una maggiore attenzione alla sicurezza biologica, con un'accelerazione nello sviluppo di vaccini, farmaci antivirali e strumenti di monitoraggio epidemiologico.

P – POLITICO

L'impatto economico si rifletterebbe anche sulle politiche pubbliche, con un aumento della spesa per la sicurezza sanitaria e la creazione di fondi di emergenza per gestire eventuali crisi. I governi potrebbero dover rivedere i propri bilanci per destinare più risorse alla ricerca biomedica, alla sorveglianza epidemiologica e alla preparazione alle pandemie, modificando le priorità di investimento a livello nazionale e internazionale. La sfida principale sarà trovare un equilibrio tra il contenimento del rischio e il mantenimento di un sistema economico resiliente, in grado di adattarsi rapidamente senza compromettere la crescita e lo sviluppo globale.

S – SOSTENIBILITÀ

L'impatto del bioterrorismo sulla sostenibilità potrebbe essere profondo e multidimensionale, influenzando la sicurezza ambientale, la gestione delle risorse e le politiche globali per lo sviluppo sostenibile. L'uso deliberato di agenti patogeni potrebbe compromettere interi ecosistemi, colpendo la biodiversità e alterando gli equilibri naturali. La contaminazione di suolo, acqua e risorse agricole potrebbe generare effetti a lungo termine sulla sicurezza alimentare, riducendo la disponibilità di prodotti essenziali e mettendo a rischio la resilienza dei sistemi agroalimentari. La necessità di sanificare ampie aree colpite da agenti biologici potrebbe inoltre comportare un uso intensivo di risorse chimiche e un aumento dell'inquinamento, aggravando ulteriormente il degrado ambientale.

da https://tech4future.info/bioterrorismo-minacce-biologiche-ai/

Attribuire la rete internet italiana a un provider privato internazionale come Starlink  (di proprietà di SpaceX) potrebbe sollevare questioni importanti relative alla autonomia, indipendenza e sicurezza nazionale. Analizziamo i principali aspetti: (tenendo conto che Musk propone una rete prossima a 2 Gb, facile da installare ed utilizzare a costi accettabili)

1. Dipendenza tecnologica e strategica

Starlink è un'infrastruttura controllata da una società privata con sede negli Stati Uniti. Se una nazione come l'Italia affidasse la propria rete internet a un unico provider estero:

  • Vulnerabilità geopolitica: Le decisioni aziendali o le pressioni governative straniere (ad esempio, dagli Stati Uniti) potrebbero influenzare l'accesso o il controllo della rete.
  • Interruzione del servizio: Qualsiasi interruzione intenzionale o non intenzionale (ad esempio, dovuta a conflitti politici o commerciali) potrebbe compromettere la connettività internet del paese.
  • Sovranità tecnologica: La mancanza di infrastrutture locali significherebbe perdere il controllo diretto su una risorsa strategica, riducendo la capacità del paese di gestire autonomamente il proprio spazio digitale.

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2. Sicurezza dei dati

Starlink, come qualsiasi altra azienda, deve rispettare le leggi del paese in cui ha sede, in questo caso gli Stati Uniti. Questo porta a diverse implicazioni:

  • Accesso ai dati: La normativa statunitense, come il Cloud Act, potrebbe consentire al governo USA di richiedere accesso ai dati trasmessi attraverso la rete Starlink.
  • Rischio di sorveglianza: Affidarsi a un'infrastruttura estera potrebbe aumentare il rischio di sorveglianza o monitoraggio delle comunicazioni da parte di soggetti terzi.
  • Privacy dei cittadini: Le normative europee sulla protezione dei dati (come il GDPR) potrebbero entrare in conflitto con quelle statunitensi, creando un ambiente legale incerto.

3. Concorrenza e monopolio

Starlink rappresenta una tecnologia rivoluzionaria, ma attribuire a un singolo operatore il controllo della rete potrebbe creare:

  • Situazioni di monopolio: Con pochi o nessun concorrente, Starlink potrebbe fissare i prezzi e le condizioni di utilizzo senza un'adeguata regolamentazione.
  • Impatto sulle aziende locali: I fornitori di telecomunicazioni italiani potrebbero subire un impatto negativo, compromettendo lo sviluppo delle infrastrutture interne.

4. Contesto militare e sicurezza nazionale

Starlink ha un forte legame con il governo degli Stati Uniti e con le operazioni militari (ad esempio, il suo utilizzo in Ucraina durante il conflitto con la Russia). Questo legame potrebbe comportare:

  • Rischi di coinvolgimento in conflitti: Se Starlink fosse coinvolto in dispute geopolitiche, l'Italia potrebbe essere indirettamente trascinata in situazioni di tensione.
  • Interferenze nelle operazioni nazionali: In caso di crisi, l'Italia potrebbe non avere il controllo totale della rete per garantire le proprie operazioni di sicurezza o difesa.

5. Benefici e contesto

Nonostante i rischi, ci sono anche potenziali benefici nell'utilizzo di Starlink:

  • Connettività nelle aree remote: Starlink può fornire internet ad alta velocità in regioni dove le infrastrutture tradizionali non sono disponibili.
  • Riduzione del divario digitale: La tecnologia potrebbe accelerare la digitalizzazione del paese, migliorando l'accesso a servizi educativi, sanitari e lavorativi.

Conclusioni

Attribuire la rete internet italiana a Starlink o a un provider estero senza un'adeguata regolamentazione potrebbe compromettere l'indipendenza tecnologica e la sicurezza nazionale del paese. Per mitigare questi rischi, l'Italia dovrebbe:

  1. Diversificare i fornitori: Evitare di dipendere da un unico operatore, specialmente straniero.
  2. Sviluppare infrastrutture locali: Investire in una rete nazionale per garantire maggiore autonomia e resilienza.
  3. Regolamentare l'accesso ai dati: Assicurarsi che i dati degli utenti italiani siano protetti da normative locali e che Starlink rispetti rigorosamente il GDPR.

Un approccio bilanciato che unisca l'utilizzo di tecnologie innovative come Starlink con lo sviluppo di infrastrutture nazionali potrebbe essere la soluzione più sicura e sostenibile.