In un contesto dominato da decenni di guerra, repressione e miseria, un grido si alza dalla Striscia di Gaza: “Fuori Hamas”. È un grido raro, pericoloso, ma straordinariamente potente. Le recenti proteste nei territori palestinesi contro Hamas rappresentano un evento senza precedenti, tanto da essere definite “storiche” da molti osservatori. Per la prima volta da anni, centinaia di persone hanno sfidato apertamente l’organizzazione armata che governa la Striscia con il pugno di ferro dal 2007.
Chi è davvero Hamas
Fondata nel 1987 come ramo palestinese dei Fratelli Musulmani, Hamas nasce come movimento religioso e sociale, ma diventa rapidamente un attore militare e politico. Dopo la vittoria elettorale del 2006 e il colpo di forza del 2007 contro Fatah, Hamas assume il controllo esclusivo della Striscia di Gaza, instaurando di fatto una dittatura che da allora non ha più permesso elezioni libere.
Nel corso degli anni, Hamas ha represso ogni forma di opposizione, controllando i media, l’istruzione e persino gli aiuti umanitari, utilizzati spesso per rafforzare il proprio potere militare.
Molti Paesi, tra cui l’Unione Europea, gli Stati Uniti e il Regno Unito, classificano Hamas come organizzazione terroristica.
Il sangue dei civili: Gaza ostaggio
Durante ogni conflitto con Israele, Hamas ha utilizzato scuole, ospedali e moschee per nascondere armi e militanti, rendendo la popolazione civile bersaglio delle rappresaglie israeliane. Migliaia di razzi sono stati lanciati verso Israele da quartieri popolati, trasformando donne, uomini e bambini palestinesi in scudi umani.
Il risultato è devastante: oltre 30.000 morti stimati solo dall’inizio dell’ultima guerra nel 2023, con distruzioni di massa, carestie e una crisi umanitaria fuori controllo.
La rivolta che non ti aspetti
Eppure, qualcosa si muove. Il 25 marzo 2025, centinaia di palestinesi sono scesi in strada a Khan Younis, nel sud di Gaza. Con il coraggio di chi non ha più nulla da perdere, hanno gridato:
“Abbiamo fame!”,
“Basta guerra!”,
“Fuori Hamas!”Un gesto rarissimo e pericoloso, come raccontato da diversi media italiani:
- Il Post – “Le rare proteste contro Hamas nella Striscia di Gaza”
- Sky TG24 – “Proteste a Gaza contro Hamas: ‘Basta guerra’”
- QN Quotidiano Nazionale – “A Gaza scoppia la protesta dei palestinesi contro Hamas”
- Rai News – “Proteste contro Netanyahu e Hamas”
- L’Opinione – “Palestinesi contro Hamas: ‘Vogliamo mangiare’”
Le manifestazioni sono state subito represse: pestaggi, arresti e minacce. Ma il segnale è forte: la paura inizia a incrinarsi.
Conclusione: la speranza tra le macerie
Non si tratta ancora di una rivolta popolare su larga scala. Ma è un inizio, e in un territorio schiacciato tra la guerra e la repressione, anche un piccolo gesto può fare rumore. C’è chi, nel silenzio e nella fame, trova il coraggio di dire basta.
Queste proteste sono un atto di eroismo civile. Sono il sintomo che, sotto il regime, il cuore del popolo palestinese continua a battere. Non solo contro l’occupazione e la guerra, ma anche contro coloro che, in nome della resistenza, hanno trasformato Gaza in una prigione fatta di paura, sangue e silenzio.
Gaza si ribella: il coraggio dei palestinesi contro la dittatura di Hamas
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