Durante il suo secondo mandato, il presidente Donald Trump ha intrapreso una vasta campagna di deregolamentazione, presentata come una lotta contro la burocrazia. Tuttavia, queste azioni sollevano preoccupazioni significative riguardo alla trasparenza e all'integrità democratica, aprendo la strada a un ritorno al "capitalismo degli amici", dove il potere politico e quello economico si rafforzano reciprocamente a discapito della legalità e della fiducia pubblica.
Smantellamento delle Norme Anticorruzione
L'amministrazione Trump ha sospeso o interrotto oltre 100 indagini su illeciti aziendali nei primi 80 giorni del mandato, inclusi casi riguardanti frodi finanziarie e corruzione internazionale. Inoltre, ha concesso clemenza a individui precedentemente condannati per frode, alcuni dei quali ora ricoprono ruoli chiave nell'amministrazione. Questi gesti, pur mascherati da politica del perdono o "seconda chance", rivelano una tolleranza sistemica verso pratiche opache e discutibili.
Deregolamentazione nel Settore delle Criptovalute
Una delle aree più controverse è stata la deregolamentazione delle criptovalute. L'amministrazione ha allentato le maglie normative che regolavano exchange e ICO (Initial Coin Offering), favorendo aziende con legami diretti o indiretti con la famiglia Trump. La chiusura di unità investigative e la nomina di dirigenti favorevoli al settore hanno sollevato preoccupazioni su conflitti di interesse e potenziali rischi per la sicurezza economica e il riciclaggio di denaro.
Erosione delle Salvaguardie Etiche
Trump ha revocato norme etiche che vietavano ai funzionari esecutivi di accettare doni significativi da lobbisti, e ha rimosso restrizioni sul passaggio tra ruoli governativi e aziende regolamentate. Parallelamente, ha licenziato numerosi ispettori generali, i garanti interni dell’etica pubblica, lasciando le agenzie federali senza controllo effettivo su eventuali abusi di potere e fondi.
Frizioni con l’Unione Europea e la Normativa AML
L’approccio ultra-deregolamentarista di Trump ha creato una crescente frizione con l’Unione Europea, soprattutto sul fronte della lotta al riciclaggio di denaro (AML) e alla trasparenza fiscale. Le autorità europee hanno manifestato forte preoccupazione per la possibilità che le nuove politiche USA trasformino il paese in un "porto sicuro" per capitali opachi, in contrasto con gli standard stringenti fissati dal pacchetto europeo AML6.
Bruxelles teme un indebolimento degli sforzi multilaterali nella lotta al finanziamento del terrorismo e alla criminalità finanziaria. La Commissione Europea, in una nota riservata filtrata alla stampa, ha definito le riforme di Trump “una regressione pericolosa per l’equilibrio della finanza globale” e ha avviato consultazioni per riesaminare la cooperazione transatlantica su scambio di dati e controlli antiriciclaggio.
La pressione degli ambienti finanziari internazionali potrebbe portare a una spaccatura tra UE e USA su temi finora condivisi, e apre la porta a scenari in cui l’Europa dovrà decidere se difendere in solitudine il principio di legalità economica o cedere a un nuovo realismo commerciale dettato da Washington.
Il recente viaggio del nostro Presidente del Consiglio non puo' essere uno stimolo alle argomentazioni del tutto personalistiche degli USA e di Trump. Le iniziative di deregolamentazione dell'amministrazione Trump, pur presentate come misure per snellire la burocrazia, sembrano minare la trasparenza e favorire interessi privati a scapito dell’interesse pubblico. Il rischio non è solo interno: l’impatto si riflette anche a livello internazionale, creando tensioni con alleati storici e minacciando gli equilibri normativi su cui si fondano il commercio, la finanza e la sicurezza. È essenziale che l’Europa mantenga la barra dritta, rifiutando di legittimare un modello che potrebbe compromettere l’intera architettura democratica e giuridica occidentale.
Le Deregolamentazioni di Trump: Una Minaccia alla Trasparenza Democratica
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