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I nuovi dazi imposti da Donald Trump contro l’Europa non sono una minaccia futura. Sono già in vigore. Settori strategici come l’automotive, l’acciaio, l’agroalimentare e la chimica sono stati colpiti da misure unilaterali che violano apertamente lo spirito – e spesso la lettera – delle regole internazionali.
Trump non fa mistero delle sue intenzioni: ristrutturare il commercio globale a vantaggio esclusivo degli Stati Uniti. E l’Europa?

Immaginate di dover fare affidamento in un futuro distopico ad una eventuale controversia con gli Stati Uniti! Ci affideremo a Windows per compilare le nostre email di diffida? Compreremo dispositivi tattici guidati da ChatGPT? Ci fideremo di collegamenti Internet che non possiamo controllare e gestire? 

Ormail gli USA (o forse è meglio evidenziare IL LORO PRESIDENTE PRO-TEMPORE) non sono piu' un alleato affidabile, dimostrando nei fatti il suo  "menefreghismo sociale" attribuendo valore solo ai soldi e alla predominanza commerciale degli USA (alla ricerca continua di satelliti e proseliti)

Il WTO è ormai una finzione

Il sistema multilaterale del commercio, con il WTO come architrave, è stato concepito per prevenire guerre commerciali. Ma oggi è impotente. Sbeffeggiato da Trump non puo' avere regole solo per alcuni!

  • Gli Stati Uniti bloccano da anni la nomina dei giudici dell’organo d’appello, paralizzando il sistema di risoluzione delle controversie.
  • Trump ha imposto dazi fuori dalle regole, usando il pretesto della “sicurezza nazionale” per colpire alleati, non nemici.
  • Le sue azioni sono coerenti con una visione unilaterale del commercio, dove la forza vale più del diritto.

Il WTO non è più un freno per Washington. E se non è un freno per loro, non deve esserlo per noi.

Le leve reali che l’Europa può (e deve) usare

L’Europa non è disarmata. Ma deve scegliere di usare gli strumenti di cui dispone per un riequilibrio strategico.

1. Tassazione digitale unificata

  • Target: Big Tech USA (Google, Amazon, Apple, Netflix).
  • Azione: applicare una Digital Services Tax europea, stabile, progressiva e vincolante.
  • Effetto: recupero fiscale di miliardi e leva per costringere le multinazionali a negoziare.

2. Controllo del cloud e dei dati

  • Target: AWS, Microsoft Azure, Google Cloud.
  • Azione: obbligo di localizzazione dei dati e preferenza per soluzioni cloud europee (Gaia-X, OVH).
  • Effetto: rafforzamento della sovranità digitale e colpo ai profitti delle infrastrutture tech USA.

3. Preferenze pubbliche: “Buy European”

  • Target: software, piattaforme e infrastrutture.
  • Azione: adottare un principio di preferenza per fornitori UE negli appalti pubblici, soprattutto in ambito PA e sanità.
  • Effetto: stimolo all’industria europea e riduzione della dipendenza strategica.

4. Quote culturali nei media digitali

  • Target: Netflix, Disney+, Prime Video.
  • Azione: estensione delle quote obbligatorie di contenuti europei e reinvestimento locale.
  • Effetto: tutela dell’industria culturale e minor drenaggio di valore fuori dall’Europa.

5. Dazi mirati su simboli USA

  • Target: Harley-Davidson, bourbon, tech hardware, abbigliamento.
  • Azione: dazi selettivi su beni simbolici ma non essenziali, già testati con efficacia nelle precedenti dispute (es. Airbus vs Boeing).
  • Effetto: pressione politica diretta su segmenti con forte valore elettorale USA.

6. Coordinamento finanziario sul debito USA

  • Target: Treasury Bonds detenuti dalle banche centrali UE.
  • Azione: strategia comune di diversificazione per ridurre l’esposizione a rischio geopolitico.
  • Effetto: pressione strutturale sui mercati finanziari USA, difficile da ignorare.

Non da soli: l’alleanza dei danneggiati

L’Europa non è l’unica vittima della nuova guerra commerciale americana. Anche India, Brasile, Corea del Sud, Messico e Canada hanno subito l’impatto delle misure trumpiane. Un’azione coordinata – una coalizione dei danneggiati – potrebbe ristabilire un equilibrio globale oggi spezzato.

Conclusione: il silenzio è complicità

Continuare a sperare in un ritorno alla normalità è un lusso che l’Europa non può permettersi. Trump non si fermerà se non troverà un costo politico ed economico alle sue azioni.
Non rispondere significa accettare la subordinazione. Non esiste neutralità in un sistema che ignora le regole.

Certo, occorre un negoziato preliminare, ma che deve fondarsi sui moltissimi aspetti con cui possiamo far valere il nostro peso.