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L'intelligenza artificiale (IA) sta rapidamente trasformando il panorama lavorativo, sollevando interrogativi su quali professioni siano a rischio e quali invece possano prosperare.

Negli ultimi anni, l'adozione dell'IA è passata da una nicchia di esperti a un fenomeno di massa, grazie a strumenti come ChatGPT e DALL·E. Queste tecnologie stanno già rivoluzionando settori come la finanza, dove software avanzati possono generare consulenze ipotecarie basate su milioni di dati, e la sicurezza, con sistemi capaci di rilevare transazioni sospette analizzando enormi volumi di operazioni finanziarie.

Un esempio concreto è quello dei centralini telefonici: molte aziende stanno sostituendo i classici operatori con assistenti vocali automatizzati capaci di riconoscere il linguaggio naturale, rispondere a domande frequenti e indirizzare le chiamate ai reparti giusti, riducendo drasticamente i tempi di attesa e i costi del personale.

L'Ascesa degli Agenti IA

Si prevede un aumento degli "agenti IA", applicazioni intelligenti progettate per assistere nelle attività quotidiane. Un'app, per esempio, potrebbe analizzare il contenuto del frigorifero e pianificare la spesa settimanale ottimizzando per salute e budget. Oppure potrebbe identificare anomalie nelle bollette energetiche e suggerire alternative più economiche.

Nel settore dell’assistenza tecnica, molte aziende utilizzano già chatbot intelligenti che guidano i clienti nella risoluzione di problemi comuni con i dispositivi, eliminando la necessità di un contatto umano. Anche la redazione di manuali tecnici viene in parte automatizzata, con sistemi IA capaci di generare documentazione dettagliata e personalizzata in tempo reale.

Implicazioni per il Mercato del Lavoro

Secondo l'esperto di IA Kai Bergin, entro il 2030 molte mansioni d'ufficio potrebbero essere automatizzate. Attività come la redazione di rapporti finanziari, l'analisi dei dati e la corrispondenza potrebbero essere gestite da applicazioni IA, che operano 24/7 senza necessità di pause o stipendi.

Anche professioni regolamentate come quelle dei commercialisti e degli avvocati iniziano a subire l'impatto dell'automazione. Esistono già strumenti basati su IA in grado di compilare dichiarazioni fiscali in pochi minuti, individuare detrazioni fiscali, redigere contratti e persino analizzare sentenze per prevedere l’esito di una causa. Queste tecnologie non sostituiranno del tutto i professionisti, ma potrebbero ridurre notevolmente la richiesta di operatori junior o assistenti.

Anche i numeri verdi per i servizi pubblici e le utilities stanno adottando soluzioni IA che permettono di gestire milioni di chiamate e richieste via chat, email o voce, offrendo risposte sempre disponibili, aggiornate e coerenti.

Verso un Nuovo Equilibrio

L'IA rappresenta una trasformazione simile alla rivoluzione industriale, ma focalizzata sul lavoro cognitivo anziché manuale. È fondamentale che i lavoratori valutino se le loro competenze siano sostituibili da macchine e, se necessario, considerino una riqualificazione.

Tuttavia, non tutte le professioni sono a rischio. Lavori che richiedono abilità manuali e interazioni umane, come parrucchieri, infermieri, idraulici e operatori edili, sono meno suscettibili all'automazione. Come sottolinea Bergin, "i robot non riparano i rubinetti".

Allo stesso tempo, la società deve monitorare attentamente lo sviluppo dell'IA, assicurandosi che sia guidato da norme etiche e legali rigorose. Occorre anche tutelare i lavoratori impattati, offrendo percorsi formativi, sostegni alla transizione e nuove opportunità in settori emergenti.

Conclusione

L'IA offre opportunità significative, ma richiede un adattamento proattivo da parte dei lavoratori e una vigilanza costante da parte della società. Solo così sarà possibile garantire un futuro lavorativo equilibrato, inclusivo e ricco di nuove possibilità.