La rielezione di Donald Trump a Presidente degli Stati Uniti ha messo l'Europa in agitazione. Gli Stati Uniti si stanno ritirando dai trattati internazionali, mettendo a rischio il futuro dell'Europa. I rischi per la nostra difesa e la nostra economia sono evidenti, ma un elemento cruciale resta poco esposto: la tecnologia.
Gli Stati Uniti, ma anche la Cina, giocano il gioco del potere a livello globale basandosi sulle proprie forze. Gli Stati Uniti hanno quindi posizionato in modo eccellente la loro potenza militare. L'Europa dipende in parte da questo sostegno militare, anche se ormai non è più certo quanto valga ancora l'appartenenza alla NATO. La Cina è fondamentale per le materie prime e la produzione manifatturiera, il che conferisce al Paese un controllo saldo sulle catene di approvvigionamento globali. Entrambi i Paesi sanno esattamente come sfruttare la loro posizione sulla scena mondiale.
Ma anche l'Europa ha delle carte da mettere in tavola. Disponiamo di competenze innovative e di applicazioni tecnologiche uniche, il cui valore è inestimabile in tutto il mondo. Si pensi alle innovazioni olandesi nella gestione delle risorse idriche, alle tecniche di desalinizzazione in Spagna e alle tecnologie avanzate di irrigazione in Italia. Un paese come la Norvegia ha una vasta competenza nello stoccaggio di CO2 e Wageningen ha molta esperienza in agricoltura e adattamento climatico.
Si tratta di ambiti della conoscenza nei quali l'Europa può creare dipendenza reciproca anziché semplicemente competere. Mentre gli Stati Uniti e la Cina dominano con la produzione a basso costo o il commercio di armi, noi possiamo differenziarci diventando un partner indispensabile nelle soluzioni per il cambiamento climatico, la sicurezza alimentare e la tecnologia sostenibile.
Il continuo attaccamento dell’Europa agli ideali ci rende vulnerabili
Holger Seitzavvocato specializzato in brevetti
Abbiamo le tecnologie, ma finché non le useremo come carta vincente, non giocheremo al gioco del potere globale. Mentre gli Stati Uniti e la Cina possono prendere decisioni strategiche e agire rapidamente, per l'Europa frammentata questo è ovviamente più difficile. C'è quindi un urgente bisogno di una maggiore cooperazione e di una gestione più centralizzata. L'Europa deve smettere di aggrapparsi ingenuamente alle regole del gioco "civilizzate" e adattarsi alla realtà della competizione globale. Gli Stati Uniti e la Cina hanno da tempo smesso di esitare nell'utilizzare il potere economico e la tecnologia come armi geopolitiche, spesso al di fuori dei confini dei mercati aperti e delle pari opportunità. La continua adesione dell'Europa a questi ideali ci rende vulnerabili.
È tempo di liberarci dalla nostra immagine di bravi ragazzi in classe, ad esempio riconsiderando la protezione delle nostre tecnologie. Rendendo i brevetti più accessibili ed economici, ad esempio attraverso sussidi o sconti per le parti europee, l'UE può rafforzare il suo fulcro innovativo e diventare più competitiva. Prendiamo ad esempio l'orticoltura olandese: quando il direttore di Alibaba Jack Ma ha visitato il settore orticolo olandese, è diventato chiaro quanto sia importante una buona protezione contro la contraffazione. Con una politica dei brevetti intelligente, l'Europa può non solo proteggere le sue tecnologie, ma anche migliorare la sua posizione di potenza innovativa.
Se l'Europa non agisce subito, rimarrà vulnerabile agli occhi delle grandi potenze che hanno già abbracciato la sua posizione unica di arma strategica. Facciamo il grande passo e agiamo per usare il nostro nucleo innovativo come arma strategica. Ciò ci consentirà di intervenire efficacemente nel gioco di potere, anche se Trump decidesse di allentare ulteriormente i legami con l'Europa.
Europa: gioca la carta vincente della tecnologia
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