Non vi è mail capitato di vedere con apprensione un SUV che cerca di farsi spazio in uno stallo di parcheggio dove ci starebbe a fatica una panda, chiedendovi da dove uscirà il guidatore?
Negli ultimi vent’anni, le automobili hanno conosciuto un'evoluzione costante nelle dimensioni. Secondo i dati europei, tra il 2000 e il 2022 la lunghezza media delle auto nuove è cresciuta di 20 cm, mentre la larghezza è aumentata di oltre 9 cm. La causa principale? La proliferazione dei SUV, divenuti lo status symbol della mobilità privata contemporanea.
Oggi, un SUV medio come l’Audi Q7 o la Volvo XC90 supera tranquillamente i 5 metri di lunghezza e i 2 metri di larghezza, risultando spesso troppo grande per gli stalli di parcheggio standard italiani (che restano ancorati ai 2,40 m per 5,00 m). Il risultato è sotto gli occhi di tutti: parcheggi selvaggi, sportelli che non si aprono, traffico congestionato, e spazi pubblici sottratti alla collettività.
In Italia, le misure standard dei parcheggi pubblici sono regolamentate dal D.M. 5 novembre 2001, che stabilisce le dimensioni minime degli stalli di sosta. Ecco le principali:
Misure standard dei parcheggi in Italia
- Parcheggio per auto (in linea):
- Lunghezza: 5,00 m
- Larghezza: 2,00 m
- Parcheggio per auto (a spina o perpendicolare):
- Lunghezza: 5,00 m
- Larghezza: 2,30 m – 2,50 m (spesso si usa 2,40 m come compromesso)
- Parcheggio per disabili:
- Larghezza minima: 3,20 m (incluso lo spazio per manovra/accessibilità)
Un impatto che va oltre il disagio urbano
L’espansione dei SUV non è solo un problema di centimetri: è una questione ambientale e sociale. Secondo l'Agenzia Internazionale dell'Energia (IEA), se i SUV fossero un Paese, sarebbero il quinto al mondo per emissioni di CO₂. Il loro peso e la loro aerodinamica li rendono meno efficienti rispetto ad auto compatte, contribuendo all’aggravarsi della crisi climatica.
Dal punto di vista della sicurezza stradale, i dati parlano chiaro: un frontale più alto e rigido aumenta in modo significativo il rischio per pedoni e ciclisti. Secondo uno studio europeo, un aumento di 10 cm dell’altezza del cofano fa salire del 30% la probabilità di morte in caso di collisione con un pedone.
L’Europa si muove: e l’Italia?
Alcune città europee hanno già compreso la necessità di agire. Parigi ha recentemente approvato una misura che triplica le tariffe di parcheggio per i SUV nei quartieri centrali. Lione e Grenoble hanno adottato provvedimenti simili. In Germania, città come Tübingen fanno pagare fino al 50% in più per i permessi di sosta ai veicoli più grandi. Anche nel Regno Unito, distretti come Islington e Bath stanno sperimentando tariffe progressive basate sulle dimensioni del veicolo.
E in Italia? Al momento, tutto tace. Nonostante le città italiane siano tra le più antiche e congestionate d’Europa, nessuna ha ancora avuto il coraggio di aprire un dibattito serio sull’uso eccessivo dei SUV.
Una proposta per iniziare
Non si tratta di criminalizzare chi ha scelto un SUV, ma di rimettere al centro l’interesse collettivo. Alcune misure concrete potrebbero essere:
- Tariffe di parcheggio proporzionali alla massa e alle dimensioni del veicolo
- Limitazioni all’accesso dei SUV nei centri storici e ZTL
- Incentivi al passaggio verso auto più piccole, leggere ed elettriche
- Campagne informative sugli impatti ambientali e di sicurezza dei SUV
Se vogliamo città più vivibili, sicure e sostenibili, dobbiamo avere il coraggio di rimettere in discussione l’auto come oggetto totemico. I SUV rappresentano oggi una distorsione culturale ed economica che non possiamo più ignorare. L’Italia deve prendere esempio dalle buone pratiche europee e iniziare a disincentivare seriamente l’uso dei veicoli sovradimensionati.