Negli ultimi vent’anni sono scomparse duemila sale in Italia. Uno spreco enorme, con intere città senza cinema. Colpa anche della speculazione e di chi non fa nulla per salvare i cinema
Il quartiere Parioli di Roma, circa 15mila abitanti, la zona residenziale per eccellenza, dove vive la media e alta borghesia della capitale, intellettuali compresi, non ha più un cinema in funzione. L’ultimo, il multisala Roxy, è stato chiuso dopo la seconda ondata del coronavirus e non si prevede alcuna possibilità di riapertura. Resta solo un piccolo presidio, la sala d’essai del Caravaggio, che meriterebbe un premio speciale da ricevere in tutti i vari festival del cinema che si celebrano in Italia.
Il fenomeno della desertificazione dei cinema, ovviamente, non è una prerogativa romana. Abbiamo intere città, medie e piccole, senza sale. A Como, per esempio, dove pure vivono 80mila persone, l’unico spazio per vedere i film in compagnia pagando un biglietto, è una piccola sala di proprietà di una parrocchia. E a Venezia si celebra ogni anno uno dei più importanti Festival del cinema del mondo (siamo alla quarantesima edizione), ma intanto nel centro antico della cittadina le sale sono scomparse.
QUANTI CINEMA HANNO CHIUSO IN ITALIA
Il grafico con le chiusure dei cinema in Italia è impressionante. Negli ultimi vent’anni abbiamo assistito a un precipizio, e hanno chiuso i battenti oltre 2mila sale, delle quali un centinaio soltanto a Roma.
Il Covid-19 è stato un disastro per i cinema. Ma l’Italia è l’unico paese europeo, tra Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna, dove anche dopo la fine della pandemia, le sale hanno continuato a chiudere, gli incassi sono crollati e gli spettatori diminuiti Un deserto. Nel 2021 sono stati chiusi 500 cinema e sale; gli spettatori sono stati 24 milioni e 800 mila (erano quasi 100 milioni nel 2019); gli incassi di sono fermati in tutto a 169,4 milioni di euro, a fronte di incassi per 635,4 milioni di euro nel 2019.
PERCHÉ I CINEMA CHIUDONO?
La pandemia è stata soltanto l’ultimo colpo sulla schiena del sistema cinematografico. In realtà sono decenni che le sale sono state abbandonate, sia dai proprietari ( o affittuari), sia dalle società di produzione e di distribuzione (che decidono l’andamento del mercato), sia dalle autorità che potrebbero, con efficacia, proteggere in qualche modo il settore. Una resa generale e incondizionata. Molti cinema rimasti in piedi sono brutti, sporchi, con un modello di attività vecchio e senza alcuna possibilità di reggere all’urto della più temibile concorrenza: quella della tv, in chiaro e in streaming. Nei nostri stili di vita il rito della visione del film in sala è diventato un reperto archeologico, roba dei secoli passati, e il consumo dei film avviene attraverso le piattaforme televisive e persino sugli smartphone. Il mercato così asseconda anche un aumento generalizzato della pigrizia e una diminuzione della voglia di socializzare, di uscire, di stare insieme agli altri. Inoltre il film via streaming, a parte la comoda visione senza ficcare il naso fuori casa, presenta altri vantaggi: è (quasi) gratis, si può programmare la visione, interromperla e poi riprenderla. E non hai un biglietto da prenotare o da acquistare su Internet
CRISI DEI CINEMA
La concorrenza delle piattaforme digitali è imbattibile, inutile nasconderlo. Anche perché è stata ormai assorbita da chi decide la vita di un film e dove va proiettato: i produttori e i distributori. E loro hanno scelto di fare fuori i cinema. Non se ne fregano nulla se un film in sala resta solo qualche giorno, anche se ha ricevuto importanti riconoscimenti in Italia e all’estero: non è più quella la loro fonte di guadagno. Anzi. A produttori e distributori, poi, in questa catena degli orrori e degli sprechi si aggiungono gli speculatori, ben protetti dalle autorità locali. I cinema si prestano a trasformazioni urbanistiche, e diventano facilmente supermercati, sale bingo, centri commerciali. Basta una firma, e tutto cambia. Ciò che era un pozzo senza fondo di perdite, si trasforma in un rubinetto di guadagni facili. Con il risultato, però, che il quartiere perde un punto di aggregazione e di cultura, e si ritrova con l’ennesimo punto vendita di largo consumo.
INTERVENTI PER I CINEMA IN ITALIA
Di fronte a una crisi così profonda, così strutturale e così inquietante, che cosa hanno fatto i governi e gli enti locali in questi anni? Nulla, o quasi. Negli ultimi tempi, attraverso vari canali, ai cinema sono arrivati ristori vari, agevolazioni fiscali, contributi una tantum. Mance. In compenso, tanto per fare un altro omaggio a lor signori, i proprietari delle piattaforme digitali da un lato e distributori e produttori dall’altro, si è ulteriormente accorciato il tempo di permanenza obbligatoria dei film nelle sale. Trenta giorni, e poi si può andare in tutti gli altri canali di distribuzione e visione, abbandonando i cinema. La beffa è che questo assurdo meccanismo, frutto di compromessi a favore di alcune lobby e non certo di chi ama davvero il cinema, è annunciato a priori dai produttori e dai distributori. I quali avvertono, con un messaggio pubblicitario, che il tale film sarà in sala solo per tali giorni, e poi scomparirà dalla circolazione. Ancora meno del governo hanno fatto gli enti locali. I comuni non hanno avuto alcuna sensibilità nel proteggere i cinema. Gli amministratori sul territorio non hanno mai capito (o non hanno mai voluto capire) il loro valore a beneficio di tutta la comunità. Il cinema è come una piazza, con bar annesso. Se scompare, evapora un luogo di incontri, di relazioni, di rapporti umani. Dove tra l’altro si coltiva, insieme, uno dei più grandi piaceri della modernità.
COME DIFENDONO I CINEMA IN FRANCIA
Invece di salvare i cinema, anche con provvedimenti straordinari (riconoscendo il loro valore e la loro funzione di locali unici per la collettività), sindaci e assessori si sono lasciati contagiare dalla febbre delle trasformazioni. E con i cinema si è ripetuto il film dell’orrore che abbiamo visto con i vecchi negozi, epicentri di tradizioni artigianali scomparse: fatti fuori e sostituiti da negozi monomarca con i brand della moda, e con la trasformazione dei centri storici in centri commerciali aeroportuali. Come si difendono, invece, i cinema? Potremmo prendere esempio dalla Francia. Dove il governo, invece di predisporre 20 decreti attuativi per dare qualche euro ai gestori delle sale, ha messo sul tavolo un bel gruzzolo destinandolo specificamente al salvataggio dei cinema. Il 70 per cento delle sale ha ottenuto finanziamenti importanti, che sono stati erogati attraverso gli enti locali e sotto il rigoroso controllo del Centro nazionale di cinematografia. Inoltre i colossi internazionali dello streaming (da Netflix a Amazon a Disney+) devono lasciare sul tavolo tra il 20 e il 25 per cento dei loro ricavi in Francia per finanziarie i cinema e i prodotti audiovisivi. Come capirete, queste soluzioni non sono mance, e forse spiegano il motivo per il quale, nonostante la pandemia, i cinema in Francia sono aumentati e oggi superano quota cinquemila.
SI POSSONO SALVARE I CINEMA?
Il caso francese dimostra che i cinema si possono ancora salvare. E quanto sia un’autentica fake news l’idea che siano destinati a scomparire. Non è vero. Ed è lo stesso discorso dei libri di carta: a un tratto sembravano destinati a essere completamente eliminati dalla versione digitale, poi si è scoperto che i lettori amano ancora la carta e le vendite dei libri in questa versione, anche in Italia, sono persino aumentate. Salvare il cinema è un dovere, della politica, della pubblica amministrazione, dei cittadini. Dirlo è anche retorico e banale. Bisogna farlo. Con azioni come quelle cha abbiamo visto e con l’aggiunta di due spinte, molto importanti. Una deve arrivare dai proprietari e gestori delle sale. È necessario modernizzare i cinema, fare in modo che siano aperti per più ore, anche la mattina. Durante il giorno, ampliando a 360 gradi la fonte dei ricavi. Senza perdere la loro anima. Nei cinema possono esserci produzioni artistiche, concerti, performance teatrali, scuole di recitazione. E anche attività commerciali che abbiamo un legame con l’universo cinematografico e con il territorio: cinema come hub di quartiere, multifunzionali. Poi come al solito ci siamo noi, con le nostre scelte. Vogliamo dare il nostro contributo al salvataggio dei cinema? È semplice: torniamo a frequentarli, con una certa regolarità. Ogni volta che chiude un vecchio bar nel quartiere, per fare posto all’ennesimo supermercato oppure a una banca, sale il coro dell’indignazione. Ma chi si indigna dovrebbe farsi una domanda: «Quante volte ho preso un caffè in questo bar negli ultimi tempi?». Così con i cinema. «Quante volte sono stato a cinema da quando hanno riaperto?». Il futuro delle sale dipende anche da questa risposta di ognuno di noi. (da https://www.nonsprecare.it/cinema-che-chiudono-italia?refresh_cens)
11 idee per riconvertire e trasformare vecchi cinema
Le vecchie sale cinematografiche spesso vengono riconvertite in altro. Dalla spettacolare libreria all’interno de El Ateneo Grand Splendid di Buenos Aires fino all’esperimento che “vestirà” lo storico Max Linder Panorama di Parigi con mobili svedesi per la prima edizione dell’Home Cinema Ikea, ecco 10 movie theatre trasformati
Max Linder-Ikea
Il destino karmico delle vecchie sale cinematografiche è quello di trasformarsi in qualcos’altro: dalla libreria (quando il karma è buono) al supermercato o allo streeptease club, la crisi che stanno attraversando i cinema d’antan non prevede quasi mai una loro riqualificazione in quanto tali.
Tra gli ultimi sopravvissuti di questa specie in via d’estinzione c’è l’affascinante cinema Max Linder Panorama, lo storico totem cinematografico di culto a Parigi che dal 21 al 29 aprile si tramuterà temporaneamente in uno sperimentale Home Cinema firmato Ikea. Arredato totalmente con mobilio del celebre brand svedese, accoglierà gli spettatori con la formula da anfitrione: "Fate come se foste a casa vostra". Il pubblico si potrà accomodare su divani, poltrone, pouf, tappeti e perfino sui letti sistemati di fronte allo schermo per l’occasione, al fine di fare accomodare la platea nella maniera più ospitale e calda che ci sia. E proprio come in ogni Home Sweet Home che si rispetti, a scegliere le pellicole saranno gli spettatori stessi, tramite il sito web francese di Ikea.
Se in questo caso il fascino delabré di cui sono intessute le poltroncine di un old movie theatre come il Max Linder Panorama è solo temporaneamente camuffato dalla serialità minimal dei nuovi arredi (rispondenti ai bisogni di chi ormai i film se li guarda in streaming sull’Apple Watch, per esagerare ma neanche troppo), moltissimi altri esimi colleghi hanno avuto una fine meno gloriosa. Il sito americano che studia le sorti di edifici abbandonati a se stessi (o di cui si è abbandonato lo spirito principale), Urban Ghosts Media, ha notato come la maggior parte delle ex sale siano state riconvertite in Bingo Halls. Eppure non mancano i casi di riqualificazione a volte virtuosa, altre volte appena passabile. Ma sempre meglio di un locale di lap-dance per voyeur.
Nel filone di bonifica proba rientrano la metamorfosi da cinema a libreria de El Ateneo Grand Splendid di Buenos Aires, una delle librerie più spettacolari dell'Argentina e del mondo intero, così come quella dell'Alabama Bookstop a Houston, in Texas, riconvertito in uno spazio libresco in stile America anni Cinquanta. Frequenti sono invece i cinema trasformati in ristoranti, come il Satyricon di Alcúdia (sull’isola di Maiorca) che ospita tavoli disposti in platea e sui vari palchetti di un fascinoso anfiteatro mangereccio.
El Ateneo Grand Splendid a Buenos Aires. (foto: commons.wikimedia.org)
Della seconda branca di riconversione non disdicevole vi sono casi di cinema diventati abitazioni private (l’ultimo della lista è l’Ex Cinema Astra a Treviso) o di ex sale in cui oggi sorgono negozi di vario genere (il più assoggettabile all’etichetta “ironia della sorte” è The Old Cinema, lo shop di Londra che vende proprio mobilio vintage recuperato dall’arredo di vecchi cinema).
Salutati con meno entusiasmo dagli autoctoni, invece, sono stati il Boutique Hotel Cinema della catena Atlas, ricavato dalla storica multisala di Tel Aviv in stile Bauhaus e, amaris in fundo, l’Ex Cinema Teatro Italia a Venezia, diventato un supermercato Despar. Considerato da alcuni lo store più bello del mondo nonché un esempio di riuso architettonico ed urbano a cui guardare (curato da Linea Light Group), molti nostalgici lo ritengono invece un affronto e uno scempio ai danni della storia dell’arte e del folklore italiani.
Ex Cinema Teatro Italia a Venezia diventato un supermercato Despar. (foto: linealight.com)
Per onorare questo filone amarcord, non ci si può esimere dal menzionare il principe degli ex cinema riconvertiti: il Salon indien du Grand Café, facente parte oggi dell’Hôtel Scribe di Parigi.
Questo café è stato affittato nel 1895 per un evento privato, rivolto a trentatré invitati che, alla modica cifra di un franco, sono entrati a pieno titolo nella storia. Il titolo vero e proprio era L'Arrivée d'un train en gare de La Ciotat (L'arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat), ossia il primo film proiettato di sempre, quello che diede il là alla settima arte. A offrirlo agli astanti increduli (e spaventati) furono i fratelli Auguste e Louis Lumière, a cui la caffetteria venne poi intitolata. A Louis si deve una citazione ben lontana dall’essere profetica: “Il cinema è un'invenzione senza avvenire”. Oltre a essere diventata un’arte a tutti gli effetti, i templi del suo culto – le sale – hanno avuto ben più di un avvenire.
Sfogliate la gallery dei 10 ex cinema che hanno avuto una seconda giovinezza, trasformati in qualcosa di nuovo.
- Max Linder-IkeaHome Cinema Ikea
- Lo storico cinema Max Linder Panorama di Parigi si tramuterà temporaneamente in uno sperimentale Home Cinema firmato Ikea dal 21 al 29 aprile.
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- 02Cinema Hotel, un Boutique Hotel della catena Atlas a Tel Aviv ricavato da un ex cinema in stile Bauhaus.(foto: booking.com)
- Cinema Hotel
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- 03El Ateneo Grand Splendid di Buenos Aires è stato riconvertito in una spettacolare libreria. Con quattro palchi e una platea dalla capacità di cinquecento persone, era uno dei più lussuosi di Buenos Aires mentre oggi è una delle librerie più grandi del mondo. (foto: commons.wikimedia.org)
- El Ateneo Grand Splendid a Buenos Aires
- 04Il Salon indien du Grand Café è il caffè di Parigi dove nel 1895 fu proiettato per la prima volta un film dai fratelli Auguste e Louis Lumière. Oggi è una sala dell'Hotel Scribe che fa parte della catena Accor Hotels. (foto: wikipedia.org)
- 05Ex Cinema Teatro Italia a Venezia diventato un supermercato Despar. Progetto di Linea Light. Group(foto: linealight.com)
- Ex Cinema Teatro Italia a Venezia
- 06Il Satyricon è un ristorante della cittadina di Alcudia, sull’isola di Maiorca, ricavato dall'anfiteatro di un vecchio cinema che sorgeva nella piazza principale del paese.
- Satyricon
- 07Anche le piccole sale cinematografiche della provicia italiana trovano nuova vita, soprattutto accogliendo nuove attività come i ristoranti. Ecco la pizzeria spaghetteria Da Gegè Il Torrione a Suvereto, in provincia di Livorno. Ha mantenuto l'arredo e le caratteristiche architettoniche originali del vecchio cinema di paese che lì sorgeva. (foto: facebook.com/pizzeriabartorrione)
- Da Gegè Il Torrione
Articoli più letti
- 08L'ex Cinema Astra a Treviso è stato riconvertito in tre abitazioni private (tre ampi appartamenti che vanno dai 150 ai 400 metri quadri). La riqualificazione è stata affidata alla Impresa Cev. (foto: impresacev.com/Marco Zanta photographer)
- Ex Cinema Astra a Treviso
- 09L'Ex Cinema Olympia a Modena è stato riconvertito in spazio sociale, gestito dal collettivo di attivisti politico-social-culturali Guernica.
- Ex Cinema Olympia a Modena
- 10The Alabama Bookstop è un ex cinema di Houston, in Texas, riconvertito in una libreria in stile America anni Cinquanta.
- The Alabama Bookstop
- 11The Old Cinema è un negozio di Londra che vende mobilio vintage recuperato dall’arredo di vecchi cinema e teatri. Il negozio è esso stesso un ex cinema recuperato e riconvertito. (foto: facebook.com/theoldcinemalondon)
- The Old Cinema